Il Valzer
Il Valzer è, storicamente, il primo ballo “attaccato”: nasce nelle campagne austriache nel 1700 ma si diffonde rapidamente in tutto il mondo, compresa l’Italia, nella seconda metà dell’800/primi del ‘900.
Il valzer è il primo ballo egualitario che la storia europea abbia mai avuto. Tecnicamente non presentava alcuna differenza di esecuzione per uomini e donne, poiché quel che contava non era l’emergere della differenza sessuale ma la fusione dell’uomo e della donna. La ricerca del baricentro di coppia era alla base di tale uguaglianza tecnica.
Gli esecutori volteggiavano abbracciati a destra e a sinistra l’uno di fronte all’altra ed in perfetta sincronia.
Finché erano i contadini a ballarlo, danzando belli stretti, l’uno all’altra, nessuno ebbe molto da ridire, vista la scarsa considerazione riservata a quella particolare classe sociale.
Ma quando, successivamente, il Valzer arrivò a Vienna, e venne adottato dalla borghesia, i preti, e tutto il mondo ecclesiastico in generale, inarcarono le sopracciglia: questo ballo non era certo un modello di temperanza e decoro
Per scoraggiare i patiti del valzer si compongono delle vere e proprie litanie fatte di una serie infinita di appellativi capaci di spaventare anche il più convinto dei ballerini.
Il ballo è “arte pessima”; salto lascivo; divertimento pericoloso; pratica scandalosa; ; turbatrice della gioia familiare; sfacciata indecenza; divertimento da idolatri, genera il libertinaggio; ricetta e scuola di impurità; officina di incendio infernale”
(Il ballerino: manuale teorico pratico, Milano, Scuola tipografica Salesiana, 1901)