1920-’30: Il Charleston
Il Charleston, è l’emblema della musica allegra, ritmo eccitante, lustrini e paillettes; uniti ad un po’ di fatica nell’eseguirlo, è utilissimo per scaricare la tensione.
Tipo di danza Jazz, il Charleston è senza dubbio il più brioso, gaio e scoppiettante ballo dell’epoca moderna.
La sua strutturazione, lo distacca nettamente da tutti gli altri tipi di balli, rendendolo unico, inimitabile e inconfondibile.
Il Charleston nacque negli anni ’20, presumibilmente nella città omonima in America, precisamente nella Carolina del Sud, ambiente prettamente jazzistico, e raggiunse la sua massima popolarità intorno al 1925/26, periodo molto particolare della storia americana, come nel resto del mondo. La popolazione, viveva con frenesia e dissolutezza questo momento, quasi presagio del catastrofico crac economico del ’29, dedicandosi al consumismo più sfrenato e alla più pazza ricerca del piacere e del divertimento.
In questo clima di generale euforia, non poteva mancare un ballo che rispecchiasse quello stato d’animo.
Il Charleston è accolto con favore da una parte di ben pensanti perché si abbandona l’abbraccio sensuale per movimenti più veloci e ritmati. Niente più contatti che provocano eccitazione, ma figure separate, più caste e rassicuranti.
Ma è pur vero che il movimento lascia scoperte alcune parti del corpo e che si agita troppo le membra.
Il prefetto di Chieti, con un decreto emanato il 7 dicembre ’27
proibisce di danzare il charleston
“ ritenendo tali danze contrarie allo spirito morale ed estetico della nazione”
(E. Zanotelli, Allegria e onestà, Verona, La Tipografia Veronese, 1936)